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La termoablazione radiofrequenza indotta applicata ai noduli tiroidei

La termoablazione radiofrequenza indotta applicata ai noduli tiroidei

La termoablazione radiofrequenza indotta dei noduli tiroidei: una efficace terapia alternativa all’intervento chirurgico per noduli tiroidei.

La termoablazione radiofrequenza indotta è stata inizialmente applicata più di venti anni fa per il trattamento delle neoplasie maligne del fegato. Più recentemente le applicazioni sono state allargate al trattamento di altre neoplasie.

Dal 2005 la metodica è stata utilizzata per il trattamento dei noduli a struttura mista e/o solida della tiroide causa di sindrome compressiva in pazienti non candidabili all’intervento chirurgico o che non vogliono essere sottoposti ad intervento chirurgico. Si trattano anche noduli iperfunzionanti e quelli che causano inestetismi del collo.
I risultati di questa moderna terapia mininvasiva sono estremamente incoraggianti: i noduli nel primo anno si riducono fino al 78% del volume iniziale (dati pubblicati), la riduzione di volume è già evidente ad un mese dal trattamento con riduzione media del 30-40% del volume basale.

I noduli tossici nel 65% dei casi sono trattati con ripristino della normale funzione tiroidea, in una minoranza di casi più resistenti si riesce a dimezzare comunque la posologia del farmaco anti-tiroideo e si può poi ricorrere al trattamento con I131 ma con dosi molto inferiori a quelle necessarie senza il trattamento preventivo con RF. Possono essere trattate anche metastasi laterocervicali in pazienti plurioperati, ma non i tumori maligni tiroidei se non gli anaplastici a scopo decompressivo e palliativo .
Come protocollo pre trattamento il paziente deve eseguire un FNB ecoguidato, lo screening ormonale e degli anticorpi, un ecg, un rx torace e le prove emocoagulative; non deve assumere farmaci anticoagulanti o antiaggreganti che vanno sospesi prima del trattamento.